Archivio storico Manifattura Valle Brembana
Conservatore:
Fondazione Legler per la storia economica e sociale di Bergamo
Produttore fondo: Manifattura Valle Brembana
La Società Anonima Manifattura di Valle Brembana viene costituita con atto del 24 maggio 1907, con sede a Milano ed un capitale sociale di un milione di lire. La società ha per oggetto “la fabbricazione, il candeggio, la tintura ed in genere il finissaggio dei filati e tessuti di varie fibre tessili”.
Il cotonificio, diretto da Paolo Polli, viene costruito alle porte del centro storico di Zogno, in Valle Brembana, ed entra già in funzione dalla primavera del 1908.
Sul finire del 1914 inizia una fase di prosperità per l’industria cotoniera bergamasca, contrassegnata da crollo del prezzo del cotone greggio e forte guadagno sulle esportazioni; lo scoppio del primo conflitto mondiale nel maggio del 1915, che garantisce l’opportunità di massicce forniture di divise e vestiario per l’esercito contribuisce ad ampliare il giro di affari. Nonostante ciò il malcontento delle operaie per le condizioni di lavoro in fabbrica porta nel gennaio 1917 il primo sciopero nella storia della Manifattura.
Nei mesi a seguire gli esiti negativi della guerra conducono al crollo significativo della produzione; la piena ripresa si avvia solo nel 1921 e, in ambito provinciale, per tornare ai livelli di produzione anteguerra bisognerà attendere il 1924-1925.
Nel 1927 la Manifattura inizia a dare il suo contributo anche in campo sociale, promuovendo sia la costituzione della società di calcio Unione Sportiva Zognese, sia la nascita della Cooperativa di Consumo di Zogno per gli operai.
La crisi americana del 1929 non arresta la competitività dell’azienda: Vincenzo Polli acquista macchinari più moderni che trasformano la Manifattura nella fornitrice di tutti i grandi gruppi industriali italiani e di grossisti che finora avevano acquistato all’estero.
Negli anni successivi l’azienda allarga sempre di più i suoi orizzonti dando vita nel 1933 a “La Brembo”, ampliamento di una piccola tessitura preesistente, e fondando prima, nel 1935, la M.I.T.I., azienda che si affaccia sul mercato finora inesplorato della tessitura indemagliabile, poi, nel 1937, la IRIS di Urgnano, fabbrica con funzioni di finissaggio e tintoria dei tessuti prodotti a Zogno.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale non inverte affatto il trend positivo, anzi, le commesse militari permettono di incrementare notevolmente la produzione. Nell 1941 la sede legale dell’impresa, finora rimasta a Zogno, viene trasferita a Milano; l’11 marzo 1942 l’opificio modifica poi la sua denominazione legale da Società Anonima a Società in Accomandita semplice.
Nel dopoguerra i problemi della Manifattura sono macchinari ed impianti obsoleti, strade e ferrovie a lungo impraticabili ed un vistoso calo occupazionale; l’industria riesce a risalire fino a conoscere un lungo periodo di forte espansione, grazie al costante ammodernamento tecnologico e ad un radicale rinnovamento strutturale, con la costruzione della sala Galileo (poi Sulzer) nel 1949 e della nuova sala di tessitura Ruti nel 1953. Quest’ultima, raddoppiata nel 1963 ad opera della società svizzera Gherzi, funge da anello di congiunzione dei due stabilimenti Manifattura e Brembo, i quali iniziano una fusione che porta all’unificazione dei vari reparti e conferisce allo stabilimento l’attuale struttura. E’ in questo periodo che l’azienda decide di costruire anche delle case per gli impiegati. Parallelamente, anche nel quadro dell’assetto societario si torna ad un’unica società, con la costituzione a Milano, il 5 agosto 1949, della Società per azioni “Manifattura di Valle Brembana”, nella quale il 20 marzo 1952 viene assorbita la predetta Società in Accomandita semplice.
La fase di impetuoso sviluppo, basata su aumenti del capitale sociale mediante l’emissione di corrispondenti prestiti obbligazionari ed una conseguente esposizione bancaria crescente, vede un momento d’arresto nel 1964, dovuto ad un periodo di recessione dell’economia nazionale, che si protrae fino al 1972. In aggiunta, nel 1970 il rinnovo del contratto nazionale delle maestranze tessili, perfezionato dopo una serie di frequenti scioperi variamente articolati, comporta un aumento del costo del personale di circa il 30 per cento, il che porta di conseguenza ad un incremento delle importazioni fino a coprire il 40 per cento del consumo tessile cotoniero italiano.
All’inizio del 1976 la già pesante situazione si complica ulteriormente a causa del mutato rapporto tra lira e altre valute, della concorrenza di paesi esteri con manodopera a basso costo nonché l’aumento dell’IVA dal 6 al 9 per cento sui prodotti tessili e la contrazione dei consumi. In presenza di una tale situazione si rende necessario ricorrere ad alcuni licenziamenti. L’11 per cento di incremento sul fatturato si spiega allora con un aumento delle forniture agli Enti Pubblici, l’avvio della produzione di velluti e l’aggiornamento strutturale e tecnologico con la sostituzione degli obsoleti telai Ruti con i moderni Sulzer. In campo finanziario, nel 1978 si perfeziona l’operazione di finanziamento agevolato ex legge tessile 1101 con l’erogazione di 1863 milioni di lire da parte dell’IMI. Sul piano societario, la sede legale rimane a Milano fino al 1977, quando viene nuovamente istituita una sede secondaria a Zogno. A seguire, negli anni ottanta l’ingresso in fabbrica dell’elettronica, che ottimizza le prestazioni permettendo una maggiore velocità delle macchine ed una migliore qualità del tessuto, favorisce da un lato un lungo ciclo espansivo in tutto il settore meccanotessile, che tuttavia non arresta l’indebitamento dell’azienda, dall’altro un ristagno dell’occupazione. In questa fase quasi la metà del fatturato è frutto del mercato degli Enti Pubblici quali l’Esercito, mentre il mercato estero rimane inferiore al 10 per cento.
Nel 1986 annotiamo un ulteriore aggiornamento dello Statuto, con l’articolo 4 che aggiunge “la fabbricazione di tessuti a maglia di cotone di poliestere/cotone, di poliestere/lana e di fibre chimiche e di tessuti indemagliabili, di calzature”, e l’articolo 15 che ora stabilisce che la società sia amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da tre a sette membri.
Una lunga serie di acquisizioni e partecipazioni in altre società, tra cui annoveriamo la fusione con la Legler del 1989, rende il gruppo Polli uno dei principali a livello nazionale; tuttavia la continua ricorsa al credito bancario pone il gruppo Polli, la cui sede viene trasferita nel 1992 a Crespi d’Adda, in una situazione di indebitamento e grave crisi di liquidità, col rischio di amministrazione controllata o addirittura di fallimento.
Di qui l’esigenza di un Piano finanziario per la ristrutturazione del debito e della riorganizzazione di tutte le attività del gruppo, che si traduce in azzeramento di tutte le partecipazioni non strategiche, dismissioni di proprietà storiche, ipoteca sugli immobili di Zogno ed una riqualificazione del prodotto e dell’immagine. Nel 1994, a seguito della richiesta delle banche creditrici di avere in garanzia le azioni della società e di un radicale cambiamento nella conduzione operativa, la famiglia Polli decide di dividersi. In questo quadro la Manifattura acquisisce il controllo della MITI, la quale a sua volta annette la IRIS di Urgnano.
Per quanto riguarda la linea industriale, l’azienda, finora plurisettoriale, a fronte della riduzione quasi totale del mercato delle forniture dello Stato, si concentra sulla produzione di tessuti per camiceria, rinnova spazi e macchinari ed organizza un moderno sistema informatico aziendale, puntando così a conquistare nuove quote di mercato soprattutto estero: emblematica in tal senso è la costituzione della joint venture Morarje Brembana LTD col partner indiano Piramal, alienata però già nel 2001. Sono anni di mutazione sostanziale del mercato: l’introduzione dell’euro, che ha comportato una sensibile diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie europee, obbliga la Manifattura a riconvertire il suo capitale sociale, che nel 2001 si attesta a 20 milioni e 852 mila euro; l’ingresso sulla scena mondiale di un colosso economico quale la Cina non fa che peggiorare le cose, tanto che nel 2004 la crisi dell’azienda Polli è ormai irreversibile davanti ad un debito di oltre 24 milioni di euro. Vista l’assenza di partner del settore disposti ad entrare nell’azienda, per evitare il fallimento non rimane che aprire una procedura concorsuale, che si conclude con la cessione nel febbraio 2006 della Manifattura alla FINGEST Holding. Nel 2014, dopo alcuni anni di cassa integrazione e produzione a regime ridotto, il Tribunale di Bergamo decreta il fallimento definitivo.
Consistenza: 20 metri lineari
Tipologia: elenco di consistenza
Estremi cronologici della documentazione: 1907-2007
Contenuto:
L’archivio della Manifattura di Vallle Brembana è composto da buste, registri, fascicoli e cartelle per un totale di circa 650 pezzi. Il fondo è il nucleo storico dell'archivio che si è conservato fino ai giorni nostri, e che è stato trasferito presso la Fondazione Legler per la storia economica e sociale di Bergamo prima della completa dismissione dello stabilimento. La documentazione al momento del trasloco, effettuato nel settembre 2015, si trovava in alcuni uffici dello stabilimento di Zogno, divisa soprattutto tra un sottotetto in cui era conservata la parte istituzionale e finanziaria dell’archivio e una sala attigua alla mensa aziendale, che raccoglieva soprattutto documenti dell’ufficio tecnico o relativi alla produzione. In entrambi i casi il materiale è stato rinvenuto in discrete condizioni di conservazione.
Al momento non risulta inventariato ma nel novembre 2017 è stato prodotto come strumento di corredo un elenco di consistenza delle singole unità; per ogni pezzo individuato è stato rilevato il titolo, l’estremo iniziale e finale, una sintetica descrizione del contenuto, la tipologia fisica dell’unità archivistica ed eventuali note.
Inoltre è stato predisposto un sommario schema di classificazione, che ha permesso di individuare 7 sezioni: Fondazione e assetti societari, Amministrazione e cariche sociali, Personale, Gestione economico-finanziaria, Gestione patrimoniale e Ufficio tecnico, Produzione, Raccolta fotografica.
In coda sono state poste anche le pratiche relative ad archivi aggregati, in particolar modo la documentazione relativa ad altre aziende tessili diverse dalla Manifattura valle Brembana, o documenti privati della famiglia Polli proprietaria della stessa.
I documenti sono ordinati per sezione e in ogni sezione per estremo cronologico crescente; le pratiche a cui non è stato possibile attribuire alcuna data sono in coda alla sezione di pertinenza.
Relazione e revisione: Fondazione Legler per la storia economica e sociale di Bergamo
Elenco di consistenza: Visualizza PDF