Archivio storico
Cotonificio Legler
Conservatore:
Fondazione Legler per la storia economica e sociale di Bergamo
Produttore fondo: Cotonificio Legler
Le origini del Cotonificio di Ponte San Pietro nascono dalla famiglia Legler, che originaria di Diesbach (parte meridionale del cantone svizzero di Glarus), nel 1875 - unitamente al socio e finanziatore Jakob Becker-Hefti - avviò i lavori per la costruzione di un cotonificio sul territorio orobico, partendo con i reparti di filatura e tessitura, come da progetto dello studio di Lucerna Largii e Grossman. Lo stabilimento entrò in funzione nella primavera del 1877 con 200 telai, 6.000 fusi e impiegando 200 operai, sotto la ragione sociale di Legler Hefti e C.
Ben presto la produzione andò a comprendere non solo le iniziali tele grezze ma anche, vista la maggior richiesta, i tessuti tinti e candeggiati. Per far fronte a questa rapidissima crescita della produzione venne raddoppiata la capacità produttiva della filatura e della tessitura, vennero acquistati nuovi terreni lungo entrambe le rive del Brembo e realizzate le due centrali elettriche di Paladina e Briolo. Fu il decennio Novanta a rappresentare un momento di grande crescita per l'impresa. Con l'inizio del Novecento l'azienda cambiava ragione sociale in Legler e C. Contestualmente la famiglia Legler avviava anche il progetto sociale che porterà, a partire da questi anni, alla costruzione del primo nucleo di case operaie, all’apertura della scuola svizzera di Ponte San Pietro e, nel 1901, all’incentivazione della nascita della Cooperativa di consumo Legler. Quest’ultima fu avviata proprio grazie a un contributo personale da parte di Mathias Legler, diventando presto un punto di riferimento sul piano cooperativistico nazionale.
Gli anni precedenti lo scoppio della Grande guerra sono stati, invece, caratterizzati dall'avvio da parte della Legler e C. della produzione di tessuti più fini e di velluti. Era un’epoca in cui due sole ditte in Italia trattavano la lavorazione del velluto, articolo che richiedeva macchinari specifici e particolari capacità tecniche.
Nel 1919 la denominazione mutava nuovamente, l’impresa passava da Legler & C. a Cotonificio Legler S.A, dotata di un consistente capitale sociale, pari a L.15ml. A partire dagli anni ’20 - fino al Secondo conflitto mondiale -, la Legler, tuttavia, si trovò a confrontarsi con una congiuntura non sempre favorevole, alla quale rispose mettendo in campo nuovi progetti e, soprattutto, diversificando la gamma produttiva.
È con gli anni Cinquanta, in ogni caso, che iniziarono i primi contatti internazionali, come si evince dalla documentazione di promotion e dalle fotografie, che portarono l'azienda a collaborare con famosi sarti d’alta moda del calibro di Givenchy, Pierre Cardin e più avanti Biki, Capucci e Veneziani. La documentazione ci parla anche del progetto di prendere parte alle sfilate fiorentine di Giorgini, nonostante la Legler di fatto non producesse abiti ma esclusivamente tessuti.
Con il decennio successivo, tuttavia, il rapido cambiamento del mercato tessile, molto concorrenziale e orientato verso una produzione di alto volume per abbattere i costi, costrinse anche la Legler a ripensare la propria strategia di mercato, rivolgendosi consapevolmente al mutamento dei gusti dei consumatori, sempre più orientati all’acquisto di capi confezionati. In questa direzione, nel luglio del 1970, il presidente Federico Alfredo Legler presenta al Consiglio la proposta di fusione, approvata, per l'incorporazione nella Legler di: ICAM spa - industria confezioni abbigliamento moda con sede in Ponteranica; Manifattura Ercole spa con sede in Alzano; Nordica spa con sede in Palermo; Legler commerciale spa con sede in Milano e Premier spa con sede in Madone. Inoltre, sempre nei primi anni Settanta, in direzione di un deciso cambiamento di produzione fortemente voluto dal presidente - a fronte dei numerosi contatti e viaggi con l’America -, venne acquistato lo stabilimento di Crespi con la finalità di modificare ed ampliare la produzione. Con la costituzione, nell'ottobre 1972, delle consociate Inditex spa e Addafilo per la produzione del tessuto greggio, entrambe con sede in Milano, le due costituende società acquistarono da Manifattura Rossari & Varzi in liquidazione il complesso industriale di Crespi il 22 dicembre 1972 (alla cui scheda soggetto produttore si rimanda). Negli anni successivi venne completata l’installazione e l’avviamento degli impianti presso gli stabilimenti di Crespi d’Adda, specializzati nella produzione del denim “greggio”, che subiva gli ultimi procedimenti di finissaggio nella sede di Ponte San Pietro.
Con la conversione al denim, la Legler andava a rispondere alla domanda europea di tessuto jeans che prima di allora aveva avuto solo fornitori americani; a metà anni ’70 l’azienda deteneva il 25% della produzione europea ed era interlocutore privilegiato di aziende quali Carrera, Fiorucci, Benetton.
La fine degli anni ’70 fu caratterizzata da un’ancora maggiore diversificazione dei prodotti; tanto che al denim vennero affiancati tessuti più leggeri quali cord e cotone per camiceria.
Gli anni ’80, però, videro i primi segnali di crisi; gli effetti di un mercato sempre più eroso dalla concorrenza portata da nuovi produttori internazionali sommati a tendenze di mercato che andavano in direzioni diverse portarono la famiglia Legler a decidere per la vendita dell’intera impresa. Già nel maggio del 1979 era operativa la cessazione della divisione filatura di Brembate, che seguiva quella della divisione tessitura di Paesana di marzo, per il conferimento della stessa a nuova società, nel luglio dello stesso anno. L’anno successivo cessava anche la divisione commerciale di Brembate Sopra, e veniva istituita una divisione operativa "Divisione Marine" l’8 giugno del 1981, conferita alla "Leglertex" (come da rep. del notaio Mascheroni di Roma) l’anno successivo. Lo stesso anno il 13 luglio, il CdA deliberava l’atto di fusione mediante incorporazione della "Inditex s.p.a." con sede in Capriate San Gervasio, fusione che si sarebbe verificata a distanza di poco.
Alla fine degli anni Ottanta, veniva presa la decisione di cedere l'azienda al gruppo Polli, cessione realizzatasi effettivamente nel corso del 1995, con l’effettiva uscita della famiglia Legler dall’impresa, che dal 1989 affiancava i nuovi proprietari.
Consistenza: 107 metri lineari
Tipologia: inventario analitico
Estremi cronologici della documentazione: 1879-1975
Contenuto:
L'archivio storico del Cotonificio Legler è prettamente un archivio di prodotto, conservando per lo più campionari, tessuti, bozzetti e fotografie di moda, oltre alla corrispondenza legata all’attività di promozione. La documentazione cartacea conservatasi raccoglie per lo più documentazione amministrativa, verbali e registri, e la documentazione contabile degli ultimi anni prima del passaggio di proprietà, avvenuto alla fine degli anni Ottanta.
La sezione cinematografica raccoglie, invece, soprattutto bobine di pellicole, qualche super otto, VHS e DVD recenti su cui sono stati riversati alcuni filmati degli anni Settanta. I soggetti delle bobine vanno dai corsi di formazione per i venditori a manifestazioni sportive d'epoca, sponsorizzate dalla famiglia Legler.
La sezione fotografica è rilevante e raccoglie soprattutto immagini di moda dagli anni '60 agli anni '90, vedute aeree dello stabilimento, le maestraenze e le attività dopolavoristiche.
Relazione e revisione: Fondazione Legler per la storia economica e sociale di Bergamo
Inventario: https://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/110490